Auxilium Vitae Volterra Spa - Volterra, PI

Cinzia G.

Mi sono trovata bene con infermieri tranne qualcuno ma bravi terapisti bravissimi Luca e Michele. Armando lasci a desiderare sembra il tutto lui ma non soddisfa pertinente troppo aggressivo non adatto del proprio lavoro meglio a vantare la terra.La dottoressa Zito umana e bravissima mi dispiace per qualche pecora nera dovrebbe stare più attenta al personale

Gessica M.

Oggi dopo 18 anni sono tornata con mio figlio Joey, ex paziente dell Auxilium Vitae centro risvegli , per ringraziare e salutare chi ha rimesso in piedi Joey. È stato un gran piacere poter rivedere chi è rimasto ancora lì dopo i 18 anni passati. Rimarrete sempre nei nostri cuori e nn vi dimenticheremo mai. Per noi oggi il regalo più grande rivedervi. Grazie ancora di tutto! Un abbraccio Joey Marzotto e la mamma Jessica Marzotto.

Andrea A.

Mi sono trovato molto male , in quanto , vieni seguito solo nel tempo che passi nella
Palestra , per il resto del tempo vieni lasciato a te stesso ,non veritiere alcune cose riportate sul sito , che è aperto ai familiari sempre, ci sono orari tassativi, anche se hai problemi di deambulazione, poi l’atteggiamento vessatorio , anche se in forma scherzosa di certi fisioterapisti nei confronti di alcuni pazienti con forme gravi, sono fuori luogo. Le camere sono molto piccole in quanto ospitando 3 pazienti risulta claustrofobica .
Ne avevo sentito parlare bene , ma è stata una delusione.

Elena B.

Cosa penso?
Stavo pensando al
Auxilium Vitae Volterra
Un esperienza allucinante.
Riabilitazione? Sì, credo siano in gamba.
Parte medico/assistenziale?
Un enorme "MA".
Se dovete andarci o portarci un caro fate in maniera di assicurarvi un buon medico da farlo venire a controllare perché altrimenti non so cosa possa accadere.
Pazienti "delicati" con "accessi periferici" per mangiare, respirare e immettere medicinali in vena o prelevare sangue, sono appunto delicati e hanno bisogno della massima attenzione a dove si appoggiano gli strumenti prima di inserirli proprio in questi accessi.
Nessun isolamento fra i vari malati che si beccano i vari batteri, procurati per lo più come vi ho descritto prima.
Infatti in ospedale, ormai, non si va per guarire ma per prendere malattie.
"Eccellenza Toscana"... ma dove mai?
Sporco ovunque, per terra, sui davanzali, senza parlare dei bagni a disposizione dei "visitatori/parenti" impresentabili; oggetti ed indumenti richiesti per la degenza dri propri cari che vengono cobtinuamente persi e vanno ricomprati.
Questa è l'esperienza patita in quell' "illustre e rinomato" centro di riabilitazione della provincia di Pisa.

Romina

Per mia esperienza personale sconsiglio vivamente a chiunque questo luogo.Inizialmente sembrano tutti motivati ed interessati al paziente..ma con il passare dei giorni ti rendi conto che il paziente viene letteralmente abbandonato a se stesso mostrando un netto e progressivo peggioramento. Non viene né lavato né accudito. Ed è nei brevi momenti che ti permettono la visita che ti rendi conto di quanto non facciano assolutamente nulla…Non vi affidate a questa struttura portandoci una persona anziana o incapace di reagire.Ho trovato anche dei piccioni all’interno che camminavano liberamente nei corridoi e camerate.Non voglio dilungarmi su ricordi dolorosi ma spero che queste poche parole possano in qualche modo aiutare chiunque si trovi in difficoltà a non fare il nostro stesso errore, ovvero affidarsi a chi non merita neppure una stella

Francesco M.

Mia madre, ottantaduenne, colpita da ictus a causa di una fibrillazione atriale, accede rapidamente (il 27 dicembre, dopo appena undici giorni dall’evento) all’Auxilium vitae di Volterra. Ne sono contento, vista la fama positiva di questa struttura. Mi avvertono però che potranno prendersi cura di mia madre soltanto per trenta giorni, al massimo (ma proprio massimo) quaranta. Va bene, capisco i tagli alla sanità, sarà fatto, mi dico, quello che potrà essere fatto nell’arco di un mese o poco più.
Vado a trovare mia madre due volte la settimana. Di settimana in settimana la trovo peggiorata, sempre più stanca, in regressione per quanto riguarda la capacità di muovere un poco la parte destra del corpo. Riesco a parlare soltanto una volta, telefonicamente, con un medico, che mi dà una valutazione di circostanza. Più disponibili le due fisioterapiste, che tendono a rassicurarmi sulle condizioni di mia madre.
In prossimità delle dimissioni l’Acot (l’Agenzia di continuità ospedale-territorio) di Pisa mi propone come unico percorso post Auxilium vitae una degenza di pochi giorni di “transito verso casa” presso il cosiddetto “ospedalino” di Navacchio. Conoscendo per diretta esperienza quanto sia meritata la fama negativa di questa struttura, rifiuto l’offerta, pronto ad accogliere a casa mia madre. Pochissimi giorni prima della data delle dimissioni ricevo la telefonata di una dottoressa che, abbastanza alterata, mi dice che non è possibile prolungare la degenza di mia madre, che bisogna far posto a nuovi pazienti eccetera eccetera. Le rispondo che non ho mai preteso di prolungare la degenza di mia madre oltre il limite temporale che mi era stato indicato (e ancora mi chiedo quindi il perché di questa telefonata).
Le dimissioni sono previste per le 14 del 5 febbraio, ma già alle 13:20 trovo mia madre nell’atrio, abbandonata in carrozzina, con tutte le sue cose in un sacco perché, come mi viene detto candidamente, dovevano fare già posto a un nuovo ingresso (perché non anticipare allora l’orario delle dimissioni?). Resto 40 minuti, nell’atrio, accanto a mia madre, in attesa dell’ambulanza che la riporterà a casa.
Una volta a casa, scopro che mia madre ha ancora l'accesso venoso al braccio. Telefono all’Auxilium vitae e la persona che mi risponde si giustifica dicendo che mia madre è stata dimessa nell'orario di cambio turno (il che è falso, dato che, dovendo aspettare nell’atrio con mia madre a fianco, avevo potuto constatare che il cambio turno era alle 14, mentre mia madre era stata preparata per la dimissione sicuramente prima delle 13:20), chiede scusa e dice che potrei pure toglierlo io (che non sono un infermiere). Devo così contattare il medico di base di mia madre per far venire del personale infermieristico a rimediare alla dimenticanza dell’Auxilium vitae.
Il peggio arriva però in seguito, quando mi rendo conto che le fisioterapiste di mia madre hanno scritto nella lettera di dimissione che ci sono stati dei miglioramenti che, di fatto, non ci sono stati (molto più onesta, invece, è stata la logopedista nel descrivere la situazione di mia madre come era realmente).
Mia madre è morta il 2 marzo, dopo aver potuto usufruire, nell’arco di poco meno di un mese dalle dimissioni dall’Auxilium vitae, di due sole altre sedute di fisioterapia presso la struttura di San Giuliano Terme. Non so se con un periodo continuativo di fisioterapia effettuata quotidianamente in una struttura migliore rispetto all’Auxilium vitae mia madre sarebbe potuta migliorare sensibilmente oppure se sarebbe comunque morta, il 2 marzo, per i suoi problemi cardiaci. Resterò nel dubbio. Non ho dubbi invece nel ritenere che l’Auxilium vitae di Volterra non è quell’eccellenza che credevo fosse.

Massimiliano M.

Per esperienza personale, sono stato 28 GG, in questo centro a seguito di operazione aorta ascendente e sostituzione valvola aortica. REPARTO CARDIO-RESPIRATORIA. A partire dai medici sempre disponibili, che hanno un grand da fare che ringrazio personalmente per la loro professionalità. Ma soprattutto le infermiere e gli infermieri che si sono presi cura di me, con professionalità e gentilezza. Un grazie va anche ai fisioterapisti tutti, partendo dal coordinatore in giù gerarchicamente parlando, che fanno un gran lavoro con persone avente patologie di ogni tipo, rimesse cmq in piedi. GRAZIE GRAZIE ❤️❤️

Fran G.

Potessi darei zero stelle.
Avevo letto già le recensioni negative e purtroppo mi unisco anche io...
Mio nonno 90enne dopo un ictus tremendo che lo ha paralizzato per metà corpo,
é stato trasferito dall'ospedale di Pisa quaggiú per un mese, in quanto struttura riabilitativa dedicata al "recupero" e "cura" dei pazienti con queste patologie neurologiche e fisiche.

Che dire, ce lo hanno ridotto peggio di prima.
A 90 anni non aspettavamo il miracolo, ma nemmeno così...

La stanza era un forno e abbiamo dovuto portargli da casa un ventilatore + una prolunga.
La pulizia del cavo orale dovevamo fargliela noi,
perché a gli infermieri o fa schifo o non sanno farla (menomale sono laureati..)
Un paziente che sta con la bocca aperta 24h al giorno non ci vuole un grande IQ per sapere ma soprattutto vedere che deve essere pulito e accudito.
Ma la cosa più grave é che gli hanno fatto venire una piaga da decubito sul braccio, quello sano per di più.
Nel 2023 é inammissibile che si formino piaghe in un paziente allettato con materasso antidecubito
e in una struttura con "professionisti" che dovrebbero conoscere bene proprio questo tipo di situazioni.
Era andato lì con la speranza che lo muovessero un po', non so quanto effettivamente ci si siano dedicati...
Dulcis in fundo, non ci hanno avvertiti quando é stato trasferito, quindi quando siamo andati a trovarlo abbiamo trovato il letto vuoto e tutte le sue cose abbandonate lì.
3h di macchina andata e ritorno per avere questa bella sorpresa.
Trasferire un anziano poco lucido e spaventato per un lungo tragitto senza nemmeno essere rassicurato da un parente. Vergogna.
Che Pisa invii i suoi pazienti così lontano é assurdo, dove le visite e il controllo della situazione da parte dei parenti é poco
per colpa della distanza.
Ma soprattutto é assurdo che i familiari debbano stare dietro al personale sanitario, elemosinando qualsiasi servizio e informazione. Vergogna al quadrato
Se c'è poco personale o non vi garba il lavoro che fate, fate scioperi o cambiate mestiere, nessuno vi obbliga.
La cura dei malati infermi, ma in generale, é tra le più difficili mansioni e richiede qualità che vanno ben oltre il pezzo di carta appeso al muro.